Tu, che spalanchi lo sguardo, lo innalzi al cielo e sorridi. Saluti il passante, i fiori, parli ai gatti di strada. Ti affretti verso una prossima incombenza, pensi ai tuoi figli, alle ultime parole pronunciate, all’ultima carezza… E ringrazi per il dono di essere madre, per la vita e l’aria tersa che si insinua e invade ogni piĆ¹ piccola piega del tuo giorno acceso e intenso.
Tu, che divori libri, sulle loro ali viaggi in universi che non ti appartengono, attraversi mille e mille vite in una sola, ti appassioni e innamori infinite volte tra pagine ingiallite di racconti e trame, che pur lontane senti scorrere nelle vene.
Tu, che appunti il cuore in taccuini antichi dai margini dorati, parole spunti frasi che compongono i versi pacati e luminosi di un’anima senza corazza, senza veli.
Tu, che varchi quel portone e t’inginocchi davanti al tuo Dio, una preghiera sulle labbra, una voce dal cuore, un desiderio che irrompe, un sogno… Quel sogno fatto d’occhi d’ebano, dai cui abissi color zaffiro e striature acquamarina affiorano abbozzi di nuove pagine, di una nuova storia, forse tua.
Incense wings…
The celestial treasure
Becomes breath
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